Il 30 marzo 1949, nel complicato periodo postbellico, la Cisa-Viscosa di Roma viene occupata per motivi legati a rivendicazioni salariali: le agitazioni erano iniziate nel mese precedente, con interruzioni a scacchiera e rallentamenti volontari per allentare i ritmi di produzione. L’occupazione avviene a fine turno, quando circa 700 operaie e 700 operai non escono dalla fabbrica, rinchiudendosi al suo interno ininterrottamente per 40 lunghissimi giorni. Le operaie, nonostante la produzione tessile avesse bisogno di ripartire quanto prima, si mostrano particolarmente agguerrite, arrivando persino ad allattare i propri neonati attraverso le grate pur di non interrompere la loro occupazione. Le famiglie coinvolte si riuniranno alla Consulta Popolare del Prenestino per creare un Comitato di Solidarietà, raccogliendo fondi e generi alimentari.
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