Il 13 aprile del 1955 Pier Paolo Pasolini spedisce all’editore Garzanti il dattiloscritto completo di Ragazzi di vita, opera ambientata nelle borgate romane del secondo dopoguerra. Per aver trattato al suo interno il tema scabroso della prostituzione maschile, Pasolini sarà bersagliato dalla critica e accusato di oscenità: così, mentre il romanzo verrà scartato al Premio Strega e al Premio Viareggio, la magistratura di Milano lo dichiarerà ‘pornografico’. Ne seguirà quindi un processo che, nel mese di luglio, si chiuderà con una sentenza di assoluzione con formula piena per l’autore e per la sua opera che, grazie alla testimonianza di Carlo Bo, sarà dichiarata non oscena ma veritiera in quanto descriveva una realtà esistente. Se attraverso Accattone Pasolini era riuscito a conferire immortalità al Pigneto, con Ragazzi di vita riuscirà nell’intento anche in campo letterario, estendendo la sua visione del sottoproletariato romano anche ad altri angoli della capitale.